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d’un ricchissimo tessuto dello stesso metallo, ricamato a fiori rilevati in seta di tutti i colori, e misti a foglie e lamine d’oro. L’interno era guernito di superbi tappeti, ed all’estremità superiore, sopra una tribuna coperta di broccato d’oro, stavano quatto sedili, coi cuscini di velluto persiano, smaltato di finissime perle.»

NOTTE DLXXXVI

— «Seduti i monarchi, ed allorchè il sultano dell’Yemen fu informato del motivo che aveva condotto nel suo paese i tre alleati, ammannite le mense, servironsi i più appetitosi cibi in piatti d’agata, d’oro e di cristallo. D’oro pure, e smaltati di gemme, erano i bacili ed i vasi contenenti l’acqua per le abluzioni. Tutto insomma era sì splendido ed abbagliante, che il sultano dello Yemen ebbe gran pena a frenare la propria maraviglia. — Per Allah,» diceva fra sè, «finora io non aveva veduta tanta ricchezza, tanta eleganza, nè tal numero d’oggetti preziosi.» Dopo la refezione, si portarono caffè, varie sorta di confetture e sorbetti, e gli augusti viaggiatori si misero a conversare. Il sultano dell’Yemen, interrogato se avesse figliuoli, rispose di averne due, ed invitato a mandarli a prendere, spedì un messo a pregarli di venire. Accorsero infatti i principi al campo, vestiti d’abiti magnifici e montati su cavalli riccamente bardati. Appena comparsi, le principesse, sedute in luogo appartato, che una gelosia a grate d’oro toglieva all’altrui vista, li guardarono con par-