Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/192


178


gine. Quindi gli domandò se potesse narrargli qualche altra istoria. — Senza dubbio,» rispose il viaggiatore. E cominciò il seguente racconto:


STORIA


D’UN SULTANO DELLO YEMEN

E DE’ SUOI TRE FIGLIUOLI.


«— Un sultano dello Yemen aveva tre figliuoli, due della stessa madre ed il terzo d’un secondo letto. Essendosi quel principe disgustato dell’ultima moglie, l’aveva relegata fra i più infimi servi, lasciandola vivere col figlio, ambedue confusi nella folla degli schiavi dell’harem. Un giorno, sollecitando i due maggiori dal sultano il permesso d’andar a caccia, il padre diede a ciascun di loro un cavallo di pura razza riccamente bardato, ed ordinò che un seguito conveniente li accompagnasse.

«Partiti che furono, il disgraziato loro fratello recossi dalla madre, e le manifestò il desiderio di andare, come i due maggiori, a godere del diletto della campagna. — Figliuolo,» rispose la povera derelitta, «non è in mia facoltà il procurarti un cavallo, nè cosa alcuna che ti sia necessaria.» Quel rifiuto strappando al giovanetto amarissime lagrime, la madre allora gli diede alcuni gioielli che le rimanevano dell’antica grandezza, e ch’egli andò a vendere; ma così tenue fu il prezzo che ne ritrasse, da non poter comperarsi se non un cavallo zoppo. Nondimeno, lieto del suo acquisto, salì sul meschino animale, ed affrettossi in traccia de’ fratelli. Già errava da due giorni senza poterli raggiungere, allorchè vide in mezzo alla strada un collare di smeraldi e perle, che riluceva