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«Durante quella narrazione, il sultano, colla testa inclinata sul petto, era rimasto immerso in profondi pensieri; ma riscossosi d’improvviso e tornato in sè, comandò si facessero venire i due uomini, ai quali aveva dato l’orribile incarico di far perire la moglie e le figliuole. — In qual modo,» chiestegli, «eseguiste gli ordini miei? — Signore, vi abbiamo obbedito, ed in prova della nostra fedeltà, osservate questi abiti tinti del sangue delle ree.» Volse il sultano lo sguardo su quelle funeste spoglie, ma la memoria della bella sua compagna della primiera tenerezza, della felicità gustata con lei e dell’innocenza delle figliuole, gli spezzò di tal guisa il cuore, che ne sparse copiose lagrime. — Mi diceste proprio la verità?» sclamò dolorosamente volto al visir. «E voi,» soggiunse dirigendosi ai due ufficiali, «avete proprio data la morte alle povere mie figlie ed alla colpevole mia consorte?» Non risposero coloro, mentre il visir raddoppiava le ipocrite proteste. - Parlate, ve lo impongo,» disse il sultano. — Sire,» risposero i due ufficiali, «l’uomo onesto non può esser mendace, perocchè la menzogna è opera del traditore.» Cangiò di colore a tai detti il visir, e turbandosi, lo colse un tremito universale. Il sultano avvedutosene, disse con voce animata ai due officiali: — Cosa significano queste parole: la menzogna è opera del traditore? Svelatemi tutta la verità, o per quel Dio che mi destinò alla custodia de’ miei popoli, vi faccio spirare in mezzo ai più orribili tormenti.—

«Quei due caddero appiè del sultano, e: — Potentissimo re,» gli dissero, e come tu ci avevi imposto, abbiam condotto la principessa e le fanciulla in mezzo al deserto; colà le istruimmo dell’orribile accusa del visir e del crudel tuo ordine. La sultana, dopo averci coraggiosamente ascoltati, sclamò: «Non