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rispettosamente e sedettero. Il principe, osservando la bellezza e le nobili maniere delle tre sorelle, le pregò di dirgli perchè fossero sole, e non avessero nessuno da proteggerle; la più giovane rispose: — Indiscreto dervis, cessa dalle tue interrogazioni. Maravigliose sono le nostre avventure; ma sarebbe mestieri che tu fossi sultano, e visir il tuo compagno per esser degni di udirle e conoscerci.» Il sultano non ispinse più oltre le sue domande, e si parlò di cose indifferenti sino all’alba; allora, i pretesi dervis accommiataronsi con rispetto dalla madre e dalle fanciulle; ma, nell’uscire, il principe ingiunse al ministro di fare un segno alla porta, deciso di tornare, dopo le feste, in casa di quelle dame per conoscerle ed udirne le avventure.

«Terminate le pubbliche allegrie, tutto rientrò nell’ordine consueto, e gli affari ripresero l’usato loro corso. Il sultano però, ricordandosi della sua visita notturna, diede ordine al visir di andar a riconoscere la casa delle tre sorelle, essendo sua intenzione di tornarvi col medesimo travestimento, tanto la risposta di quella giovane avea punta la sua curiosità. Il visir obbedì, ma fu stranamente sconcertato, quando vide che tutte le case portavano il medesimo segno. Infatti la sorella minore, inteso il complotto, ebbe ricorso a quell’astuzia per impedirne l’esecuzione. Il visir dovè tornar dal sultano, cui fece parte dello scherzo ch’eragli stato fatto; notizia che sebbene contrariasse il principe, non per questo nol fece desistere dal suo disegno. Allora il visir si fece a dirgli: — Sire, mi viene un’idea; fate proclamare per la città, quattro giorni di seguito, che chiunque terrà lume in casa dopo la prima ronda notturna, perderà il capo, gli saranno confiscati i beni e spianata la casa, Quelle dame, che non si sono uniformate al primo vostro bando, non si sottoporranno al