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— Parlate con franchezza,» ella soggiunse, «e non temete di nulla; il mio cuore è tutto per voi.» Simili parole m’incantarono; ma mi smarriva in congetture, e non sapeva immaginare come avessi potuto meritarne il cuore e la mano. Frattanto, ella continuava a parlarmi con tal grazia e dolcezza, che in fine mi feci coraggio. — O prodigio di beltà!» le dissi, «se lo vostre parole sono sincere, dirò col proverbio: Il tempo più favorevole è il presente. — Non vi può essere,» ripigliò ella, «giorno più propizio per la nostra unione. — Ma come posso io offrirvi una dote conveniente? — Il prezzo della stoffa che fidaste a mia madre; ciò basta. — Oibò! è cosa insufficiente. — Non desidero di più. Mando in questo stesso punto a cercare il cadì ed i testimoni, e saremo uniti senz’altro; se vorrete sottomettervi ad una condizione che esigo. — E qual è?» ripigliai io. — Che mi apparterrete per intero, non rivolgendo mai veruna tenera parola, nè veruna carezza ad altra donna.» Aderii di buon cuore ad una condizione che pareami sì facile ad adempiere, e noi fummo irrevocabilmente congiunti. Dopo la cerimonia, la mia sposa fece servire caffè e sorbetti, distribuì regali alle sue donzelle, ai testimonii ed al cadì, e quindi li congedò.»