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AVVENTURE

DI MOHAMMED SULTANO DEL CAIRO.

«Al mio ingresso nel mondo, era miserabile, e non aveva peranco gustato veruno de’ piaceri della vita, quando, avendomi il caso reso padrone di dieci pezze d’argento, risolsi di spenderle a divertirmi. Nella mia età, e nello stato di privazione in cui aveva sempre vissuto, simile somma parevami una fortuna. Mi diressi dunque verso il mercato principale, coll’intenzione di procurarmi le cose necessarie per fare un pasto dilicato e sontuoso, e già stava esaminando, fra tutte le provvisioni offerte a’ miei sguardi, ciò che più lusingasse la mia ghiottornia, allorchè vidi passare un uomo inseguito dalla plebaglia con fischiate e sarcasmi. Quel povero diavolo conduceva, legato ad una catena di ferro, un enorme scimiotto, offrendolo di cederlo per dieci pezze d’argento. Spinto da un impulso onde non mi seppi render conto, feci acquisto di quell’animale, e lo condussi a casa. Mi fu allora di grave imbarazzo il procurarmi il sostentamento necessario per me e lo scimiotto. Stava riflettendo alla mia posizione, quand’ecco l’animale fa alcuni salti, e lo veggo in un istante trasformato in un giovane bello come la luna nella decimaquarta notte del suo corso. — Signor Mohammed,» mi disse costui, « tu hai dato, per possedermi, le dieci pezze d’argento che costituivano tutta la tua fortuna, ed ora pensi ai mezzi di procurarci da vivere entrambi. — Lo dicesti: ma in nome d’Allah, d’onde vieni? — Non farmi interrogazioni; ecco una pezza d’oro: prendi, e provvedi ai nostri bisogni.» Feci quant’ei deside-