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di dispiacere? Ditecelo, affinchè vi prendiamo la nostra parte, e vi possiamo metter riparo o vendicarvi, se qualcuno avesse avuta la temerità di offendere una persona come voi, alla quale debbesi ogni rispetto.»


NOTTE CDXIX


— La principessa Parizade rimase qualche tempo senza rispondere e nella medesima posizione; alzò finalmente gli occhi, e guardando i fratelli, quasi subito li riabbassò, dopo aver loro detto che non era nulla.

«— Sorella,» riprese Bahman, «voi ci dissimulate la verità: bisogna bene che sia qualche cosa, ed anche di molta entità. Non è possibile che nel poco tempo che siamo stati da voi lontani, sia accaduto in voi un cambiamento sì grande e repentino come quello che osserviamo. Soffrite adunque che non ci accontentiamo d’una risposta, la quale non ci soddisfa. Non tenetecene ascosa la causa, se non volete farci credere che rinunziate all’amicizia ed all’unione ferma e costante che finora, e sin dalla più tenera infanzia, regnò fra noi. —

«La principessa, ben lontana dal disgustarsi coi fratelli, non volle lasciarli in tal pensiero.

«— Allorchè vi dissi,» riprese, «che quanto mi dava fastidio non era nulla, l’ho detto riguardo a voi, e non per me che lo trovo di qualche importanza; e poichè mi sollecitate in nome dell’affetto e dell’unione nostra, a me sì cari, vi dirò di che si tratta. Voi avete creduto, ed io con voi,» continuò ella, «che questa casa, eretta dal fu nostro padre, fosse com-