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de’ più grossolani, ed ogni musulmano che va alla moschea per fare le sue preci, le sputi, passando, in volto. Se alcuno vi manchi, voglio sia egli esposto al medesimo castigo, ed affinchè io venga obbedito, vi comando, o visir, di mettervi vari invigilatori. —

«L’accento con cui il sultano pronunciò quest’ultimo decreto, chiuse la bocca al ministro, e l’ordine fu eseguito, con sommo contento delle due sorelle invidiose. Il casotto fu eretto e terminato, e la sultana, veramente degna di compassione, vi fu rinchiusa, appena uscita dal puerperio, nella guisa che aveva comandato il marito, ed esposta ignominiosamente agli scherni ed al disprezzo di tutto il popolo: trattamento che pur non avea meritato, e ch’ella soffrì con una costanza che le conciliò l’ammirazione ed in pari tempo la pietà di coloro, i quali giudicavano delle cose più rettamente del volgo.

«Frattanto i due principi e la principessa furono nutriti ed allevati dall’intendente de’ giardini e dalla moglie di lui colla tenerezza di genitori, e quell’affetto crebbe a seconda che avanzavano negli anni, tanto per gl’indizi di grandezza che apparvero nella principessa e nei principi, e soprattutto per l’avvenenza della fanciulla, che di giorno in giorno andava crescendo, quanto per la docilità loro, per le buone inclinazioni superiori ai nonnulla, e diverse affatto da quelle dei fanciulli volgari, e per una certa aria che non poteva convenire se non a principi ed a principesse. Per distinguere i due maschi secondo l’ordine della loro nascita, chiamarono il primo Bahman, e Perviz il secondo, nomi già portati da antichi re di Persia. Alla ragazzina poi diedero quello di Parizade (1), che varie regine e principesse del regno avevano pure portato.

  1. Questo nome significa nata da un genio, o della schiatta dei geni. I poeti persiani danno talvolta codesto nome ad una persona di grande beltà.