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«Ciò detto, chiusi gli occhi, e trovandomi sulla sponda, mi precipitai nel fiume: voi mi avete intesa; e Dio si è servito del vostro mezzo per salvarmi. Non dimenticherò mai il servizio che mi rendeste, ed avrò per voi il medesimo rispetto che professo per mio padre. —

«Poscia la donna gli regalò un magnifico tappeto e cento zecchini, dicendo essere ben afflitta di non potergli offrire di più. Dgerberi accettò il solo tappeto, assicurandola ch’era troppo lieto che Iddio avesselo scelto per un’opera sì buona, e partì.

«Dgerberi era di tal forza, ed il lavoro aveala tanto accresciuta, che i facchini di Bagdad, dolenti di vedere ch’egli solo faceva più di tutti loro insieme, e che gli avventori aspettavano piuttosto che prenderne un altro, deliberarono d’andarlo a trovare, e gli dissero: — Dgerberi, vuoi tu non lavorar più, e passare la vita nel riposo? noi ci impegniamo a pagarti dieci aspri (1) al giorno. —

«Il giovane acconsentì, ed i facchini furono esatti a pagargli la somma; egli visse tranquillamente, e mantenne dal proprio canto la parola data. Ma l’ozio snervò le sue forze; il suo temperamento si alterò, e ne cadde ammalato. Siccome non aveva mai pensato al domani, fu in breve ridotto alla miseria, ed i facchini, vedendolo così debole, ricusarono di passargli il solito assegnamento.

«Nella sua disgrazia, egli ricorse a Dio. Mentre dormiva, gli apparve il santo Profeta, e gli disse: — Dgerberi, tu non sei infermo se non per non aver continuato ad impiegare le tue forze, dandone le debite lodi a Dio; umiliati, lavora, e le ritroverai.» Nello stesso punto il suo cuore fu tocco, e si sentì guarito; ma era ancora troppo debole per riprendere

  1. Piccola moneta.