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gherò Dio di ricompensarvi del piacere che mi faceste, ma non conviene ad una donna della mia età di mangiare fuor di casa. —
«Dopo avermi colmata di mille benedizioni, partì. Da quel tempo ella è venuta tutti i venerdì a trovarmi all’ora solita. Capitò ier l’altro, e mi disse: — Spesso voi mi avete proposto di passare alcuni momenti con voi; se volete, accetterò stasera il vostro invito, e passeremo poi la notte pregando pel ritorno di vostro marito; ma alla condizione che domani partiremo di buon mattino, e che verrete con me in una casa di campagna, dove si devono faro gli sponsali d’una mia parente; io m’incarico poi di ricondurvi a casa. —
«Accettai la proposta, e partimmo all’alba; trovammo un battello che ci aspettava per farci passare il Tigri, e giunte in un luogo quasi deserto, un vecchio decrepito e mal vestito si presentò al nostro uscire dal battello, e ci condusse in una fattoria, dove trovammo una quindicina di donne. Malgrado la buona accoglienza che mi fecero, quello che vidi m’insospettì e mi persuase che la vecchia avevami ingannata. Le chiesi con inquietudine ove fosse la festa nuziale annunziata; mi rispose che si celebrerebbe alla sera, quando gli amanti di tutte le fanciulle che vedeva fossero arrivati. — Allora,» aggiuns’ella, «noi pranzeremo insieme, beremo del buon vino, e voi sceglierete poi l’uomo che meglio vi gradirà. —
«Non abbisognò di più per farmi travedere l’abisso in cui quella miserabile vecchia avevami trascinata. Pure seppi nascondere il mio terrore, e rivolta a Dio, gli domandai la sua protezione in un sì grave pericolo; questa preghiera dissipò il mio timore, e risposi alla vecchia con intera libertà di spirito: — Vi sono grata d’avermi condotta in un luogo dove troverò maggior piacere che nella mia solitudine.»