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NOTTE DXLIII

— I due fratelli incaricaronsi volontieri della commissione, e promisero di tornar presto, ciascuno con un compagno; ma non furono più veduti, non avendo trovato, dice la storia, che opulenti bramosi d’arricchire sempre più, e governatori di città che cercavano governi di province.

«Fu con tali espedienti che Koulai si sbarazzò di una folla di visionari, i quali promettevano d’essere felici se potevano avere una terra, una carica, un titolo onorifico; ma fra tante anime, vane od interessate, gli capitò finalmente dalla Persia un galantuomo, il quale non voleva, nè bramava cosa alcuna.

«— Signore,» gli disse quel fortunato mortale, «io amo soltanto il piacere, ma l’amo saggiamente, e per gustarlo meglio, so variarlo, moderarlo, e talvolta eziandio privarmene. Io sono ancor giovane, godo un’eccellente salute e ragguardevole fortuna: aggiungete un umore benigno ed allegro, amici che non m’importunano, una bellissima amante che amo nè troppo, nè troppo poco; e da tuttociò giudicate se non ho ragione di credermi perfettamente felice.

«— Avete ragione, senza dubbio, e confesso che, al vostro posto, avrei una gran paura di morire.

«— Eh! ma.... ne ho anch’io qualche paura: i beni della vita sarebbero troppo poca cosa ai nostri occhi, se non si temesse di perderli, e se codest’idea non venisse di tanto in tanto a spargere un po’ di amarezza sui loro godimenti.