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chiamo Kobad... ecco il mio nome scritto chiaro... risuscitate la regina.» Fiatato alquanto, aggiunse: «Ma subito, se fia possibile; io vi avverto che forse domani il mio nome non avrebbe lo stesso potere.

«— E perchè questa premura?» chiese Koulai.

«— Signore,» riprese Kobad, «io adoro la vezzosa Menulon, la più leggiadra creatura fatta dal cielo! ma oserò io dirvelo? posso proferire tal bestemmia? La divina Menulon non va esente dai capricci che si rimproverano al di lei sesso. Ieri essa mi scacciò inumanamente dal suo cospetto; oggi mi richiama. Io sono ora il più felice degli uomini; chi sa se domani....

«— Intendo,» lo interruppe il saggio; «voi siete il più felice degli uomini finchè siete amato dalla divina Menulon, ed essa vi ama o vi scaccia secondo il tempo che corre; ecco una strana felicità davvero! per me preferirei una febbre intermittente: gli accessi ne sono regolari, e si sa come trattarli. Io ve lo dico schiettamente, signor Kobad, portate via il vostro nome: esso nulla può per la risurrezione della regina. —

«Due amanti si presentarono pochi giorni dopo, e furono ricevuti in modo migliore. Già da quattro anni, Zalzer e Balkis avevano concepita l’un per l’altra una ben fondata stima ed il più ragionevole e tenero amore, e questo amore, sempre contrastato, aveva finalmente vinti tutti gli ostacoli: essi eransi sposati in quello stesso giorno, e fu dal piede dell’altare, ove avevano assicurata la propria felicità, che vennero a farne una viva e toccante pittura al saggio ministro. Il filosofo ne parve giulivo; ma fece intendere agli sposi che bisognava sottomettere a qualche prova una felicità di data sì recente. — La prova,» disse loro, «non sarà lunga, nè penosa; godete per otto giorni del piacere di vedervi e posse-