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onorava della sua fiducia, entrò di repente nel lugubre luogo prescelto a dimora da quel principe. — Re dei re,» gli disse quel saggio amico, «degnatevi ascoltarmi un momento. Io non vengo ad irritare il vostro dolore con frivole consolazioni, ma ad annunziarvi il prossimo ritorno del bene che più non isperate. Fra poco, siatene certo, fra poco la regina in persona asciugherà le lagrime che fa scorrere: essa vivrà, e formerà la vostra e nostra letizia. Io veggo la sorpresa cagionatavi dalle mie parole; ma sappiate, o sire, che ho scoperto negli scritti di un antico sapiente il mezzo di richiamare in vita la bella Irandotta, mezzo sicuro, e che sembra altrettanto semplice, quanto facile. Non si tratta che di trovare tre persone perfettamente felici, e scolpirne i nomi sulla tomba della regina. La sola virtù di questi tre nomi basterà per rendere a voi la vostra augusta sposa, ed ai vostri sudditi la loro regina e madre.

«— Voglio vivere,» gridò il re, «voglio vivere ancora per tentare il maraviglioso esperimento. Cercate, scegliete voi stesso, o saggio Koulai, i tre fortunati mortali di cui avete bisogno; se mi restituiscono la mia cara Irandotta, sarò più felice io solo di quello che potranno esserlo lutti e tre assieme. —

«Fece tosto pubblicare per tutto l’impero che chiunque godesse d’una vera felicità, dovesse presentarsi al saggio Koulai, rispondesse sinceramente a tutte le di lui domande, e gli lasciasse il proprio nome esattamente scritto; che alla pronta obbedienza di costoro in ogni punto, il cielo aveva collegata la vita del re e la risurrezione della regina. Si promettevano quindi grandi onori e ricompense a quelli pei cui mezzo si otterrebbe il lieto evento.

«Appena fatta quella proclamazione sulla gran piazza di Estekar, un giovane arrivò tutto ansante dal filosofo indiano, e gli disse bruscamente: — Io mi