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maestà, che i miei racconti avvezzarono a vedere la morale abbellita da tutte le attrattive del soprannaturale e dell’immaginazione.» Il sultano aderì, e lasciò l’appartamento.


NOTTE DXLII

Scheherazade, per mantenere la fatta promessa, si raccolse alcuni istanti, e cominciò la storia seguente:

IL SAGGIO KOULAI

O L’ARTE DI RISUSCITARE I MORTI.

— Feridun, re di Persia, aveva veduto morirsi fra le braccia la bella Irandotta, la più cara delle sue mogli, e voleva seguire nella tomba quella tenera e virtuosa sposa. Aveva già passati tre giorni e tre notti senza cibo, senza sonno, e senz’altra compagnia che la propria disperazione. Già la morte alzava la tremenda falce a colpire la nuova vittima.

«Quel monarca amava la virtù, governava saggiamente, ed era stimato e rispettato dai vicini. Appena il popolo conobbe lo stato di languore del suo re, fu colto dal timore di perderlo: tutte le feste cessarono, furono ordinate pubbliche preci, e le moschee erano piene d’immensa moltitudine, che chiedeva con fervore a Dio la salute d’un re sì giustamente amato.

«In mezzo alla generale costernazione, un filosofo indiano, di nome Koulai, che il monarca persiano