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«Si caricarono mille spiriti subalterni d’oro, di diamanti e d’ogni sorta di ricchezze, ed il principe e Bedihuldgemal partirono, seguiti da numerosa e brillante scorta. Il viaggio fu felice, e giunsero in breve a Serendib, ove soggiornarono il tempo necessario ad ottenere da quel re la mano di Melika per Said. Quando vollero recarsi in Egitto, il re di Serendib diede loro un magnifico seguito por accompagnarli, dopo averli presentati de’ più rari donativi.

«Giunti finalmente in Egitto, Seifulmulok trovò il padre, il quale aveva appena un soffio di vita. Questi fu presso a morire di gioia udendo l’arrivo ed il matrimonio del figliuolo, mandò tosto loro incontro tutto il popolo egizio, ed abdicò quindi la corona in favore del giovine, nel momento in cui se lo strinse al seno. — Il cielo è testimonio,» gli disse, «esser già da molto tempo che la serbava per te. —

«Edrenok consegnò parimenti al figlio Saul i suggelli dell’impero. Il re Hasm morì pochi giorni dopo la sua abdicazione; Seifulmulok ebbe una numerosa posterità, e visse più di centocinquant’anni nella maggior unione con Bedihuldgemal.»

L’aurora cominciava a comparire nel punto in cui Scheherazade terminava la storia del principe d’Egitto. — Essa mi ha dilettato assai,» disse il sultano delle Indie,» per la varietà degli avvenimenti. «Dinarzade attestò lo stesso alla sorella, lodando molto la fecondità della sua memoria. — Sire,» rispose la sultana, «se vostra maestà lo permette, io le racconterò, nella ventura notte, in qual modo un re di Persia, disperato della perdita d’una carissima sposa, trovò un sollievo al proprio dolore per la saggezza d’un filosofo indiano. Questa storia è tutta morale e spoglia d’ogni maraviglioso; ma è corta, e non istancherà lunga pezza vostra