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Seifulmulok entrò nella sua tenda pieno di speranza e di gioia; la donzella, invece, non poteva rinvenire dallo stupore che quel nuovo suo passo e gl’impegni presi le cagionavano.

«Melika la rassicurò su tutti i suoi timori. — Voi non dovete stupirvi d’amare,» le disse; «pensate che una mortale v’ha nudrita, accostandovi così all’umanità. Consolatevi, voi amate Seifulmulok, ed io amo Said; noi abbiam fatto una buona scelta; non pensiamo che a renderli felici. —

«Bedihuldgemal incaricò alcuni spiriti schiavi di condurre il principe d’Egitto nella città di Simina, al di là del mare di Diochan, ove Sarochanuam risiedeva d’ordinario. I loro addii furono teneri, e Melika ottenne che Said rimanesse alla corte di Serendib.

«Il principe, giacchè gli spiriti viaggiano rapidamente, giunse in pochi giorni a Simina. Gli spiriti schiavi lo abbandonarono appena vi entrò. La città gli parve la più brillante di quelle da lui vedute fin allora: la terra era d’argento, le case fabbricate di smeraldi e rubini; vi si vedevano soltanto legni di sandalo e d’aloè; le tende d’ogni colore, e formate colle più ricche stole, erano, in quella stagione, frammiste ai magnifici palazzi. Egli ne distinse uno più stupendo degli altri, e compreso esser quello della regina madre, rivolse colà i passi. Vi trovò quella principessa seduta sur un trono d’oro massiccio, e vestita d’abiti sparsi de’ più bei diamanti. Chinatosele dinanzi: — Chi vi diede il permesso di venir fin qui?» gli diss’ella; «voi siete il primo mortale che abbia avuto tale audacia. —

«Il principe, spaventato d’un’accoglienza sì severa, le narrò le disgrazie ed i pericoli incorsi pel solo ritratto della di lei pronipote.

«La regina rispose: — Il vostro matrimonio è impossibile, e non ve n’ebbe neppur mai alcun esem-