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per farla sgravare e sollevarla dell’incomodo del calore, o sopratlutlo per evitare il pericolo dell’odore di cui il palazzo era tutto invaso.

«Un istante dopo il parto, mia madre rimase sola, e vide scendere da un albero una vezzosa donna, la quale le disse: — Io vi debbo grandi obbligazioni, onde non potrò mai abbastanza esservi grata. È molto tempo che una mal fondata gelosia di mio marito lo indusse a legarmi con un incanto su questo albero. Mio marito ed io siamo spiriti; eppure non posso comprendere come siasi lasciato trasportare da un’idea tanto irragionevole. Infine, il progetto di farvi lasciare il palazzo mediante l’odore di muschio è riuscito, ed il fumo delle vostre vivande ha rotto un incantesimo che, senza la circostanza del vostro parto appiè di questa pianta, sarebbe stato d’infinita lunghezza: mio marito non poteva più romperlo egli stesso, e fe’ invano ogni sforzo a tal uopo, poichè ho da lunga pezza la consolazione di vedere che mi rese giustizia. Ma prima di tornare nell’Irem, mio paese, datemi la piccola Melika, di cui vi siete sgravata; io stesso voglio nutrirla, e per assicurarvi del desiderio che ho di portarvela quando l’avrò divezzata dalle mammelle, vi lascio mia figlia Bedihuldgemal, che misi alla luce su codest’albero. —

«Mia madre acconsentì: lo spirito femmina mi accolse nelle proprie braccia, e rimise la sua bambina alla regina in una culla di rubini. La mia genitrice prese tanta affezione alla giovane Bedihuldgemal, che non volle restituirla alla madre se non dopo averle fatto giurare di condurgliela più volte all’anno.

«Bedihuldgemal merita d’essere amata, perchè creatura compita. Voi vedete, principe, che se potessi tornare da mio padre, mi sarebbe facile mostrarvela, e convincervi delle sue grazie!

«— La cosa non sarà difficile,» sclamò il giovane; «partiamo!