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quale non si creda eccettuato dalla legge comune, e la prevenzione dell’amore non è uno de’ suoi menomi inconvenienti.»

NOTTE DXXXVII

— Intanto i duecento messi spediti dal re Hasm in tutte le parti del mondo, tornarono spirato l’anno. Alcuni avevano visitata la Grecia, la Kiovania; altri percorsa l’Asia e l’Africa: ma le loro fatiche erano riuscite inutili, non riportandone che un circostanziato rapporto delle più belle fanciulle trovate nei loro viaggi. Lo spasimo del principe crebbe di molto quando vide che tutte le ricerche erano state infruttuose, e stimò rovinate le proprie speranze.

«— Io nulla risparmiai per contentarvi,» gli disse il più tenero dei padri; «è da presumere che voi amiate un fantasma, un oggetto ideale; la beltà da voi sognata non esiste sulla terra, e non v’ha in tutte le parti del mondo la menoma conoscenza del paese d’Irem. In qual modo adunque pervenirvi? Come ottenere questa beltà immaginaria? Quello ch’è certo si è, che nè le lagrime, nè la disperazione sono i mezzi di riuscire. Ecco, mio caro figlio, la nota dell’età e delle doti di tutte le bellezze del mondo conosciuto: scegliete quella che vi piace di più. — Nulla può farmi dimenticare Bedihuldgemal,» riprese il principe con vivacità; «quand’anco quelle che mi offrite fossero più leggiadre del sole, esse non me la possono cancellare dalla memoria, e preferisco l’idea della mia principessa, al possedimento di tutte le al-