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STORIA
DI CHADUL, PRINCIPESSA DELL’INDIA.
«— Io era schiava della principessa Chadul (è la schiava che parla, disse Edrenok) fin dalla più tenera infanzia, e per la simpatia ch’ella sentiva per me, mi aveva non solo ammessa al più intimo servizio, ma io possedeva altresì tutta la sua fiducia, e sarei morta vicino a lei, se, per un avvenimento inutile a sapersi, non fossi stata rapita e venduta ai mercanti dai quali mi comperaste. Quando Chadul ebbe quindici anni, la vivacità del suo carattere si sviluppò, e le faceva cercare di continuo ciò che potesse divertirla; spesse volte anche si travestiva per recarsi al bagno.
«Un giorno, appunto nel tornarne, vide un giovane sarto, il quale le fece tanta impressione, e le parve sì bello, ch’essa mi ordinò di seguirlo e condurlo nel di lei appartamento al più presto. Volli invano farle alcune rimostranze: il modo col quale mi parlò mi astrinse ad ubbidirla. Seguii il sarto, e lo indussi facilmente a venir meco, proponendogli di farmi un abito. Quando fu nell’appartamento della principessa, questa gli fe’ portar da mangiare, gli sedè al fianco, e gli disse mille appassionate cose; ma l’imbarazzo del giovane era sì grande, ed il suo pudore, la sua vergogna o debolezza sì forte, che ne rifiutò le carezze, respingendole inoltre con una specie di disdegno.
«La principessa, almeno dietro quanto sempre mi asserì, finse di montar sulle furie e spinse la mano contro di lui, senza pensare che teneva ancora il coltello da lei preso per servirlo a tavola. Il gio-