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sto esser quelli che partivano per la Mecca che attiravano la curiosità degli spettatori, aspettando la grande carovana, la quale doveva passare a momenti. Tal nuova risvegliando in lui il pio desiderio, da lunghi anni concepito, di fare un viaggio comandato dalla legge, pregò tosto il padre a permettergli d’unirsi alla carovana.

«Quella proposizione cagionò al re il più vivo dolore, ma invano tentò distornelo: fe’ dunque preparare quanto occorreva ad un uomo del suo grado, e nel poco tempo che rimanevagli, abbracciò suo figlio versando molte lagrime, e raccomandandogli di visitare a Babilonia Naz-Rayyar, suo amico, governatore di quella città.

«Il viaggio del principe fu dapprincipio felice; ma egli scostossi dalla carovana quando fu presso a Babilonia, ed assalito dai ladri, venne ferito. I seguaci, ad onta d’ogni sforzo, non poterono che opporre una debole resistenza, ed i superstiti allo scontro fatale, portarono il principe a Babilonia, in casa di Naz-Rayyar.

«Il ferito essendosi disimpegnato della commissione di suo padre pel governatore, questi ebbe per lui ogni imaginabile cura; non avuto riguardo anche all’ospitalità che praticava con zelo, essendo uno dei precetti della nostra religione, che cosa non avrebbe egli fatto per contraccambiar l’affetto che il re del Korassan gli conservava? inoltre aveva conosciute le qualità personali del giovane principe. Le ricchezze di Naz-Rayyar erano sì grandi, da non potersi enumerare, e la sua buona fama era ancor più inestimabile de’ suoi tesori: egli nulla tralasciò di quanto poteva divertire e distrarre il giovane durante la convalescenza.

«Un giorno il principe, venendo dal bagno, ed in procinto di entrare nel palazzo dell’ospite, alzò gli