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«— Madama,» soggiunsi, «vi farò portare tutte quelle che ho; se ve n’è qualcuna che vi conviene, il vostro schiavo si reputerà troppo felice; se invece non ne trovaste alcuna di vostro gusto, sarà per me una disgrazia sensibilissima.»

NOTTE DXXVIII

— «Io aveva in casa cento collane di diamanti, e le feci portare. Quand’essa le ebbe tutte ben considerate, mi disse di non trovarne alcuna di suo gusto, e che ne desiderava una più bella e preziosa.

«Possedeva ancora, per fortuna, una piccola collana comprata da mio padre per centomila pezze d’oro, e che superava in isplendore tutto ciò che i più possenti monarchi potevano avere di più preziosa — Mi spiace, signora,» le dissi, «che non vi convenga alcuno degli oggetti che vi mostrai; non mi resta che una piccola collana di perle fine e di diamanti, mà si bella e d’un lavoro così perfetto, che credo niun grande della terra ne possegga una simile. — Vediamola,» rispos’ella con premura.

«Io andai a cercarla, e la giovine dama l’ebbe appena veduta, che sclamò: — Ecco la collana ch’io desiderava. Quale n’è il prezzo? — Mio padre,» risposi, «l’ha pagata centomila pezze d’oro. — Ebbene, io ve no offro cinquemila di più: siete contento? — Madama,» sclamai, «la collana ed il suo padrone sono totalmente a vostra disposizione. — Voi siete troppo galante, signore,» diss’ella, alzandosi;