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voleva accompagnarmi: vi acconsentii con gioia. Noi uscimmo per la strada ond’io era entrato, andando a raggiungere gli uomini straordinari che ce l’avevano indicata. Li pregai d’insegnarmi la via che doveva prendere per tornare al mio paese, ed essi lo fecero colla miglior grazia, spingendo persino la compiacenza al segno di condurmi al lido del mare, ove mi procurarono un vascello e viveri.

«Montati sulla nave, ch’era già in procinto di spiegar le vele, il vento ci fu sempre favorevole, e giungemmo felicemento a Basra. Lo sceriffo, giulivo di rivedere sua figlia, ci accolse a braccia aperte, colmandoci di carezze.

«Dopo essermi riposato qualche tempo delle fatiche sofferte, mi chiusi solo un dì nelle mie stanze, presi l’aquila che aveva conservata con gran cura, e mi misi a fare le necessarie fumigazioni. Subito i geni accorsero da tutte le parli, prosternandomisi davanti. Ordinai loro di trasportare a Basra tutte le ricchezze, le gemme ed i diamanti rinchiusi nella città di Bronzo: il che fu eseguito con prontezza indescrivibile.

«Volendo poscia pigliar vendetta del genio ribelle, che, per ingannarmi sì crudelmente, aveva presa la forma di scimia, comandai ai geni fedeli di condurmi subito quello spirito malvagio. Mi si presentò con aria umile e supplichevole, ma non mi lasciai commovere dalle sue preghiere. Dopo avergli volti i rimproveri che meritava il suo tradimento, lo feci chiudere in un vaso di rame, suggellato di piombo, e gettar in mare.

«Da quel momento, la mia sposa ed io godemmo della felicità più perfetta, e nulla mancò al nostro benessere; tutti i desiderii che posso formare sono esauditi dai geni soggetti a’ miei ordini, e tutte le ricchezze che sappia bramare mi sono subito portate. Tali sono, o Commendatore dei credenti, i favori singo-