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Mohammed Alkeslan venne in persona a ricevere Mesrur ed i suoi seguaci.

«Inteso da essi più partitamente il soggetto della loro venuta, li invitò ad entrare; ma quelli rifiutarono, sotto pretesto che l’ordine del califfo non poteva soffrire ritardo alcuno, e che il principe attendeva con impazienza il suo arrivo. — Almeno,» soggiunse Alkeslan, «permettetemi di pormi in istato di comparire decentemente davanti a sua maestà; non ci vorrà molto tempo, e vi prego di entrare per riposarvi un poco. —

«Mesrur ed il suo seguito essendosi, dopo molta difficoltà, arresi a quell’invito, videro a destra ed a sinistra, entrando sotto il vestibolo, portiere di seta verde, ricamate da cima a fondo in oro. Alkeslan ordinò poi ad uno schiavo di condurli ad un bagno magnifico, posto nell’interno della casa.

«Le pareti ed il pavimento di quel bagno erano incrostati d’oro e d’argento; una superba vasca di marmo bianco, piena d’acqua profumata coll’essenza di rose, stava scavata nel mezzo, ed alcuni schiavi, elegantemente vestiti, si affrettavano ad ubbidire al minimo cenno.

«Mesrur ed i compagni, essendosi lavati e profumati, furono rivestiti d’abiti tessuti d’oro e di seta, ed introdotti poscia nell’appartamento del padrone di casa; ivi lo trovarono seduto su d’un magnifico sofà, ed appoggiato a cuscini ove l’oro brillava da ogni parte; sopra la testa ergevasi un baldacchino di broccato d’oro, tempestato di perle e diamanti.

«Abu Mohammed Alkeslan accolse Mesrur nel modo più distinto, e se lo fece sedere allato. S’imbandì un lauto pasto, composto dei cibi più delicati, i quali erano serviti in piatti d’oro e di porcellana della China; la magnificenza che regnava in ogni luogo era tale, che Mesrur non potè trattenersi dallo