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giorni; Alaeddin fu di nuovo colmato d’onori, e suo figlio divenne capo del consiglio dei Sessanta.
«Le disgrazie toccate al favorito aumentarono l’affetto del suo signore per lui, e gli accordò una fiducia illimitata che nulla potè in seguito alterare.
«Alaeddin, felice alla corte pel favore costante del califfo, non lo fu meno per quanto lo circondava Gelsomina, il cui amore erasi mostrato tanto fedele, Zobeide ed Husn Merim, vissero tutte e tre nel migliore accordo, e gli furono tutte egualmente care.»
Scheherazade, narrando l’istoria di Alaeddin Abulschamat, erasi accorta che il sultano delle Indie avevi attentamente ascoltato quanto concerneva la principessa Husn Merim, il talismano che possedeva, e le sue straordinarie virtù; essa pensò che non ascolterebbe con minor piacere le maravigliose avventure di Abu Mohammed Alkeslan, e si affrettò ad annunziargliele. Il sultano acconsentì volentieri ad udire all’indomani quel racconto, ch’ella continuò, secondo l’uso, nelle notti consecutive.
NOTTE DXVIII
STORIA
DI ABU MOHAMMED ALKESLAN.
— Un giorno che il califfo Aaron Alraschild stava seduto sul trono, circondato da tutta la sua corte, uno schiavo, tenendo in mano un diadema d’oro ricamato di perle ed adorno di diamanti, si avanzò fino ai piedi del soglio, e battendo la terra colla fronte: — Sovrano Commendatore dei credenti,»