Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/652


242



NOTTE DXVII


— Finito il pasto, la principessa chiese ad Alaeddin ove volesse recarsi. Avendole egli risposto che la sua intenzione era di andare in prima ad Alessandria, sedettero di nuovo sul sofà, che li trasportò in un attimo in una caverna nei dintorni di quella città, ove si fermarono. Alaeddin andò a cercare lunghi veli per le dame, e fattele entrare in città, le condusse alla sua bottega, ove trovarono Ahmed Aldanaf.

«Questi fu lietissimo di rivedere Alaeddin; gli raccontò dettagliatamente tutti gli avvenimenti accaduti dopochè era stato costretto ad allontanarsi da Bagdad, e gli partecipò le intenzioni del califfo a di lui riguardo, ed il desiderio che suo figlio Aslan aveva di vederlo.

«Alaeddin, dal canto proprio, sorprese molto Aldanaf col racconto delle sue avventure. Essendosi all’indomani sbarazzato della bottega, non pensò che a continuare il viaggio. Benchè avesse il più vivo desiderio di abbracciare il figlio ed acconsentire alle istanze del califfo, che lo sollecitava a tornare alla corte, pure risolse di andar prima al Cairo per trovarvi i genitori. Si collocarono perciò tutti insieme sul sofà, che li depose in un batter di ciglio in una viuzza del Cairo.

«Alaeddin, avendo bussato alla porta della casa ove aveva trascorsa l’infanzia, udì con piacere inesprimibile la voce di sua madre, che domandava, senza aprire: — Chi è? Che cosa si vuole da genitori infelici, i quali perdettero ciò che avevano di più caro