Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/643


233


geva da essi, e si vide di tal guisa sollevato dai più faticosi lavori. Passò così diciassette anni, costringendo a suo talento, e mettendo a requisizione grandi e piccoli pel servizio del monastero. Un giorno, ch’era occupato a lavare e strofinare il pavimento della chiesa, la vecchia religiosa entrò, imponendogli bruscamente di allontanarsi.

«— Ove volete che vada?» le rispose. — Bisogna, mio caro, che andiate a passar la notte all’osteria od in easa di qualche vostro amico. — Perchè adunque,» rispose Alaeddin, «volete farmi uscire dalla chiesa? — Perchè,» rispose la vecchia, «la figliuola del re vuol venir qui stasera a far la sua preghiera, e siccome non è permesso ad alcuno di trovarsi sul di lei passaggio, mi vedo costretta a congedarvi per questa notte. —

«Quelle parole solleticarono la curiosità di Alaeddin, il quale disse fra sè, fingendo di ubbidire all’ordine della religiosa: — Io mi guarderò bene dall’uscire di questa chiesa, alla quale sono attaccato da tanto tempo, in una circostanza sì interessante; voglio vedere la principessa, e sapere se le donne di questo paese somigliano alle nostre, oppure se le superano in beltà.» Invece dunque di uscire dalla chiesa, cercò un luogo favorevole al suo disegno, e si nascose in un angolo, dal quale poteva osservare ogni cosa a suo bell’agio.»