Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
214 |
non essere se non un’abbominevole insidia, opera dell’odio e della scelleraggine. Possa l’autore di questa perfidia essere un giorno punito come merita! Checchè ne sia, caro Alaeddin, per ora non potete restare a Bagdad, perchè i monarchi non amano transigere sì facilmente sui giudizi che hanno dato, ed è difficile che sfugga dallo loro mani chi cercano. Penso di condurvi ad Alessandria; è un luogo sicuro e di facile accesso, dove potrete facilmente nascondervi.
«— Io son pronto a seguirvi,» rispose Alaeddin; «m’abbandono intieramente a voi per la conservazione d’una vita che avete salvata. — «Aldanaf, volgendosi verso Hassan Schutnan, gli disse: — Se il califfo mi cerca, gli risponderete che sono andato a fare il solito giro nelle province. —
«Alaeddin ed il suo salvatore allontanaronsi subito da Bagdad. A poca distanza dalla città, trovarono due Ebrei, esattori del califfo in quella provincia, montati ciascuno sur una mula. Aldanaf avendo loro chiesto, con accento d’autorità, i danari che avevano percepito, rifiutarono in prima di consegnarglieli; ma quando disse ch’egli era il ricevitore generale della provincia, affrettaronsi a rimettergli ciascuno cento pezze d’oro.
«Egli però, temendo che i rapporti de’ due Ebrei potessero compromittere la sua sicurezza e quella di Alaeddin, non istimò opportuno di lasciarli in vita, ed uccisili, s’impadroni delle loro mule, montò su di una, e diede l’altra al suo protetto.
«Giunsero così vicino al sito ove doveano imbarcarsi, e passarono la notte in un caravanserraglio. La mattina seguente, Alaeddin vendette la mula, ed avendo confidata quella di Aldanaf al custode del luogo ove avevano dormito, si recarono amendue al