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Abulschamat.» In quel momento, avendo questi offerto diecimila pezze d’oro, il padrone della schiava gliela aggiudicò, e fu tosto pagato per ordine del visir.
Alaeddin, appena si vide in possesso di quella gentil creatura, la dichiarò libera, e sposatala, la condusse a casa.»
NOTTE DVIII
— Il banditore, ricevuta la sua ricompensa, passò davanti all’emiro Kaled ed a suo figlio, e disse loro che Alaeddin aveva comperata la schiava per diecimila pezze d’oro, e che avevala dichiarata libera e sposata.
«Bezaza tornò a casa disperato per quella notizia. Appena vi giunse, fu assalito da una febbre violenta e costretto a starsene a letto. Sua madre, la quale non sapeva ancora l’accaduto, gli chiese qual fosse la causa del suo male. — Datemi Gelsomina,» le rispos’egli con voce fioca. Sua madre, credendolo in delirio, gli promise, per acchetarlo, di comprargli un bel mazzo di gelsomini appena passasse il mercante di fiori. — Non si tratta di fiori!» sclamò egli con impazienza; «è la schiava Gelsomina ch’io vi chiedo; senza di lei non posso più vivere. —
«La madre di Bezaza, premurosa di soddisfarlo, si recò dal marito, il quale le disse chi fosse Gelsomina, e come il figliuolo se n’era innamorato. Katon, non ascoltando che la tenerezza materna, rimproverò il consorte perchè avesse lasciato acquistare da altri una schiava che suo figlio desiderava con tanto ar-