Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
199 |
rispose Alaeddin, «ciò che conviene al padrone, non conviene allo schiavo. Io vi giuro che non mi sono avvicinato a lei, nè che me le accosterò giammai; e se osassi chiedervi una grazia, sarebbe quella di dispensarmi dal tenerla più oltre in mia casa, — Bramerei vederla un momento,» soggiunse il califfo.
«Alaeddin si affrettò di condurre Aaron all’appartamento della donna. Quel principe, entrando, le chiese se il favorito era venuto a visitarla; la giovane, avendogli detto ch’essa aveva pregato Alaeddin di recarsi da lei, ma ch’egli non volle accettare il suo invito, il califfo ordinò tosto di ricondurla al serraglio, ed invitato Alaeddin a venir a trovarlo, rientrò poco dopo nel palazzo.
«Il nostro giovane, contento di essersi sbarazzato di Cout Alcouloub, passò la notte un po’ più tranquillamente del solito, e riprese l’indomani il suo posto al divano. Il califfo fece chiamare il tesoriere, od imposegli di rimettere diecimila pezze d’oro a Giafar. — Visir,» disse a questi, «io v’incarico di andare al bazar a comperarvi per Alaeddin una schiava del valore delle diecimila pezze.» Il visir si dispose ad eseguire l’ordine reale, ed in compagnia del favorito, si recò al mercato degli schiavi.
«Per la maggior intelligenza della continuazione di questa storia, bisogna sapere che il wali, o luogotenente di polizia di Bagdad, chiamato l’emiro Kaled, aveva avuto dalla consorte Katon un figlio estremamente brutto, di nome Abdalum Bezaza. Questo figlio, sebbene già in età di vent’anni, era ancora assai ignorante, e non aveva imparato alcuno di quegli esorcizi convenienti ai giovani del suo grado, giacchè sapeva appena stare a cavallo: ben diverso in ciò dal padre, il quale passava per uno dei migliori cavalieri del suo tempo, e ch’erasi fatto sempre distinguere pei modi gentili, le cognizioni ed il coraggio.