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«— Qual sarebbe lo scopo di questa generosità?» chiese Alaeddin.

«— Voi vedete codesto giovane,» riprese l’altro, mostrando il compagno; «è il figlio di mio fratello, di cui era l’idolo; anch’io ho una figlia che amo appassionatamente, di nome Zobeide, la quale, oltre la sua grande bellezza, possiede al massimo grado il talento musicale; l’ho data in moglie a mio nipote, che se ne innamorò all’ultimo segno: ma essa non ha potuto mai soffrirlo. Punto dalla sua indifferenza, chiese tre volte il divorzio, e l’ha lasciata. Ora vuol ripigliarla, e mi fa supplicare da tutti di rendergliela; gli ho più volte ripetuto ciò essere impossibile finchè un altro non l’abbia sposata e ripudiata, ed ho promesso di cercare uno straniero per rendergli questo servigio, acciò si ciarli meno sul suo conto. Giacchè il caso fa che qui v’incontri, e che siete straniero, venite con noi dal cadi; là stenderemo il contratto del vostro matrimonio con mia figlia, passerete la notte con lei, e domani mattina, quando l’avrete ripudiata, vi darò quanto vi ho promesso.

«Alaeddin disse fra sè: — Non val meglio passare la notte in un buon letto vicino una bella donna, che passarla nella strada sotto ad un atrio? Accettò adunque la proposta, e si recò seco loro alla casa del cadì, il quale, colpito dal suo bell’aspetto, prese tosto il più vivo interesse a ciò che lo riguardava. — Che cosa volete?» chiese il cadì al vecchio. Voglio» rispose questi, «maritare mia figlia con codesto giovane, ma a patto ch’egli la ripudierà domattina, e la renderà al suo primo marito: a tal uopo, esigo che paghi domani a mia figlia una dote di cinquantamila pezze d’oro; l’impossibilità in cui è di pagare questa somma, lo costringerà ad adempiere alla convenzione, ed allora io mi obbligo a regalargli