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che dormiva sull’orlo della cisterna. Svegliatolo, gli chiese chi lo avesse ridotto in quella trista posizione Alaeddin avendogli detto ch’erano stati i Beduini, il vecchio mercante lo confortò, ed invitatolo a scendere, lo fece montare sur una delle sue mule. Essi presero assieme la strada di Bagdad, e giuntivi di buon’ora, Mahmoud condusse il giovane in casa sua, e lo fece entrare in un bagno. All’uscirne, lo introdusse in un appartamento rifulgente d’oro da ogni parte e magnificamente ammobigliato. — Gli Arabi vi hanno spogliato di tutto,» gli disse; «voi avete perduto ricchezze e bagagli; ma se volete esser docile, io vi farò più opulente di prima. —

«Fu imbandita una lauta cena, e Mahmouded Alaeddin si posero a tavola. Dopo il pasto, il sozzo vecchio si avvicinò al giovane, e volle abbracciarlo; ma questi lo respinse, e gli disse con fermezza:

«— Io credeva avervi fatto abbastanza conoscere l’orrore che m’ispirano tali sentimenti, per costringervi a rinunciarvi.» Mahmoud, senza sgomentarsi, credette poter approfittare della trista situazione del tapino, e gli fece comprendere che i vestiti, la mula e le mercanzie che voleva dargli, meritavano dal canto suo qualche ricompensa. — Tienti i tuoi abiti, la tua mula e le tue merci,» rispose fieramente Alaeddin, «e fammi aprire la porta, ond’io mi allontani per sempre dalla tua presenza.» Mahmoud, sconcertato dalla fermezza d’Alaeddin, affrettassi ad esaudirlo.

«Il giovane, fatti alcuni passi nella via, si trovò vicino ad una moschea, e si ritirò sotto al vestibolo. Poco dopo vide da lungi una luce che pareva dirigersi alla sua volta, e riconobbe tosto che quella luce era prodotta dalle fiaccole che si portavano davanti a due mercatanti, uno dei quali era un vecchio di maestoso aspetto e l’altro un giovane.»