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«Alaeddin, levata la testa e vedendo che gli Arabi erano scomparsi col bottino, si alzò, e misesi a correre a tutta possa. Abu-Nab, voltatosi in quell’istante, gridò: — Compagni, vedo qualcuno che fugge!» Uno dei briganti si staccò tosto dalla banda, dicendo: — Tu hai bel fuggire: ti avrò subito raggiunto.» Nello stesso tempo spronò il cavallo, e corse a briglia sciolta verso il misero.

«Alaeddin allora vide dinanzi a sè un serbatoio d’acqua, vicino al quale eravi una cisterna; si arrampicò sul muro della cisterna, vi si sdraiò pel lungo, e finse di dormire, raccomandandosi a Dio e supplicandolo di toglierlo agli sguardi nemici. Il Beduino, avvicinatosi, si alzò sulle staffe per afferrarlo. Alaeddin fece una seconda preghiera simile a quella di prima, e tosto uno scorpione uscì dal suo covile, e punse sì vivamente la mano del Beduino, che colui si mise a strillare, e chiamar i compagni, dicendo ch’era morto. Accorsi i briganti, e trovatolo steso al suolo, lo rimisero sul cavallo, informandosi dell’accaduto.

«All’udire ch’era stato morsicato da uno scorpione, temettero che quel luogo ne fosse pieno, e pensando a mettersi in salvo, condussero via il compagno, e raggiunsero il resto detta banda, la quale tosto scomparve. Alaeddin, sentendosi stanco, si addormentò profondamente sul muro della cisterna.

«Frattanto Mahmud Alhalkhy, dopo la brusca partenza di Alaeddin, aveva fatto caricare i bagagli, continuando la via verso Bagdad; giunto alla foresta del Leone, provò un sentimento di gioia vedendo i cadaveri ond’era sparsa la terra. Avvicinatesi al serbatoio ed alla cisterna, la sua mula, spinta dalla sete, si chinò per bere, ma vedendo nell’acqua l’ombra di Alaeddin, retrocesse tutta spaventata. Mahmoud, alzati gli occhi, vide Alaeddin in camicia e mutande.