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il cranio colla scimitarra, e lo stese morto a’ suoi piedi.

«Alaeddin, spaventato da tale spettacolo, restò immobile in un angolo della tenda, e sfuggì in quel modo al furore dei briganti. I Beduini trucidarono barbaramente tutta la sua gente, caricarono in fretta le mule, e attaccatele alla coda l’una dell’altra, si allontanarono.

«Alaeddin, ripresi i sensi, disse fra sè: — I briganti possono tornare, e se mi vedono, non mi risparmieranno.» Levossi l’abito, tenne indosso soltanto la camicia e le mutande, e si gettò per terra in mezzo al sangue ed ai cadaveri di cui il suolo era coperto.

«Mentre i Beduini allontanavansi col bottino, Abu-Nab chiese loro se la carovana allora spogliata venisse dall’Egitto, o se usciva da Bagdad. Quando gli ebbero detto che veniva dall’Egitto, li invitò a tornare sul campo di battaglia. — Giacchè,» disse, «ho sospetto che il capo di quella carovana non sia morto. «I Beduini tornarono sul luogo, e si misero a movere e percuotere i cadaveri colla punta delle lance. Quando furono vicini ad Alaeddin, uno di essi, accortosi ch’era ancora in vita, gridò: — Ah! ah! tu fai il morto! aspetta, che ti spedirò davvero!» Ciò dicendo, si accinse ad immergere la lancia nel petto del giovane....

«In quel critico istante, Alaeddin avendo, rivolta una fervida preghiera al beato Abdalkader-Algilani, vide una mano che allontanava la lancia del Beduino dal suo petto, dirigendola invece su quello della sua guida, l’akam Kemaleddin. Il Beduino ritirò la lascia con violenza, e volle reiterar il colpo, ma la stessa mano diresse il ferro sul petto del sacca; ed il brigante, credendo aver finita la vittima, raggiunse i compagni, i quali si allontanarono frettolosamente.