Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/570


164

«Il pranzo fu servito con magnificenza e profusione, ed i convitati vi si divertirono assai. Dopo i sorbetti ed arsi i profumi, i vecchi si misero a parlare su vari soggetti di storia e letteratura.

«Durante da conversazione, un negoziante, chiamato Mahmoud Albalkhy, devoto all’esterno, ma empio e libertino nel fondo dell’animo, scese nella sala dei giovani, vide Alaeddin, rimase colpito della sua avvenenza, e s’accese per lui d’un’infame passione. Pensò nello stesso tempo che non potrebbe stringere amicizia col giovane finchè questi fosse nella casa paterna, e risolse d’ispirargli il pensiero di viaggiare, divisando seguirlo, e cercar l’occasione d’amicarsi con lui.

«Obbligato Alaeddin ad escire un momento, Mahmoud Albalkhy approfittò dell’occasione, si volse ai giovani, e disse che se potevano decidere Alaeddin a viaggiare con lui, avrebbe donato a ciascuno un abito magnifico. Accettata la proposta dai giovani, li lasciò ed andò a raggiungere la compagnia.

«Rientrato Alaeddin, tutti gl’invitati andarongli incontro, e costrettolo a sedere in mezzo a loro, si misero a parlar di commercio. Uno di essi, volgendo la parola a quello che stavagli seduto accanto, gli chiese in qual modo si fosse procurato i fondi di cui era attualmente possessore.

«— Quand’io ebbi tocca la pubertà,» rispose il giovane, cui era rivolta quella domanda, «pregai mio padre di comprarmi alcune merci; ma siccome non poteva darmi nulla, mi disse di volgermi ad un negoziante suo amico, chiedergli in prestito mille pezze d’oro, ed applicarmi ad imparare tutte le cognizioni necessarie a riuscire nel commercio. Io seguii il consiglio: mi rivolsi ad un mercante che mi prestò le mille pezze d’oro, colle quali comperai molte stoffe, e partii per la Siria. Vi spacciai le mie