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spose essere la mula di suo padre, sulla quale aveanlo condotto al magazzino, e che riconducevano alla scuderia.

«Alaeddin domandò con vivacità qual fosse la professione del padre, ed il medesimo schiavo avendogli risposto essere il sindaco dei mercanti del Cairo, il giovanetto corse dalla madre, e le volse la stessa domanda.

«— Figlio,» rispos’ella, «vostro padre è il sindaco dei mercanti del Cairo, ed il principe degli Arabi di questo paese. Alla testa del suo magazzino c’è uno schiavo, il quale non lo consulta che sul prezzo delle merci eccedenti il valore di mille pezze d’oro, ed ha la libertà di vendere a suo talento quelle di minor valore. Nessuna merce straniera, di qualunque specie sia, non può entrare in codesto paese senza passare per le mani di vostro padre; egli solo ne regola la destinazione, e nessuna balla può uscire da questa città senza il suo permesso. L’estensione del suo commercio e la fiducia che seppe ispirare, gli procurarono incalcolabili ricchezze.»

NOTTE CDXCIX

— «Dio sia lodato,» sclamò Alaeddin, «d’avermi dato per padre un uomo sì distinto! Ma, signora, perchè adunque mi faceste educare in un sotterraneo, e mi vi lasciaste chiuso sì tanto tempo?

«— Noi vi abbiamo posto colà, mio caro figlio,» rispose la madre, «per sottrarvi alla maligna in-