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«— Ho il vostro occorrente,» disse Mohammed; «ma qual ricompensa darete voi a chi potrà procurarvi la felicità d’esser padre, dopo vent’anni di matrimonio? — Contate,» rispose il mercante, «su tutta la mia riconoscenza e generosità.» Scheikh Mohammed gli domandò anticipatamente uno zecchino, ed invece l’altro gliene presentò due.
«Mohammed prese allora un gran vaso, nel quale mise un po’ di cannella, chiodi di garofano, cardamomo, zenzevero, pepo bianco, ed alcune altre droghe; vi aggiunse polvere di coccodrillo di monte, ed avendo pestato il tutto insieme, lo fece bollire in buon olio d’olivo; prese indi tre once d’incenso maschio, ed un po’ d’un certo seme nero, mescolò il tutto con miele, ne fece un impasto che chiuse in un vaso, e lo presentò al mercante, dicendogli di servirsi del contenuto a mo’ di burro fresco, dopo aver mangiato carne d’agnello e piccioni domestici. — Voi avrete cura,» aggiunse, «di bere un buon bicchier di vino per soprammisura. —
«Scheraseddin risolse di seguire esattamente il consiglio, portò alla moglie la carne d’agnello ed i piccioni, pregandola di farli cuocere per la cena, e le diede il vaso ov’era la droga da Mohammed preparata, raccomandandole d’averne cura.
«Giunta la sera, si ammannì la cena. Il mercante, dopo aver fatto onore all’agnello ed ai piccioni, chiese il vaso, ne mangiò, con gran maraviglia della moglie, quasi tutto il contenuto, e bevve un gran bicchiere di vino di Cipro; finito il pasto, il mercante e sua moglie andarono a letto.
«Dopo alcuni mesi, la moglie del negoziante s’accorse d’essere incinta. Giunto il momento del parto, fe’ venire una levatrice che la sgravò felicemente di un bel maschio. La levatrice, da buona musulmana, non dimenticò, staccando il bambino, di profferire il