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sorpresi insieme, s‘affrettò a decidere della loro sorte, e volle farli morire senza indugio.... Che pensate, o signore,» continuò la principessa, interrompendosi, «della precipitazione di codesto principe, e della sua poca giustizia? —
«Il califfo rispose che, poichè il principe poteva tutto su di essi, avrebbe dovuto perdonar loro, e ciò per tre ragioni: la prima perchè que’ due giovani s’amavano con passione; la seconda, perchè si trovavano nel suo palazzo, e sotto il suo potere; e la terza, perchè aveva mezzi assai più del giovane onde procurarsi un’altra schiava. — Questo principe,» aggiunse, «ha commessa un’azione indegna d’un sovrano.
«— Degnatevi ora,» disse la principessa al fratello, «ascoltare un momento ciò che Naam ci canterà.» Allora la giovane schiava si mise a dipingere, con appassionati versi, i tormenti che provano due cuori uniti dal più dolce sentimento, ma separati dal rigore del destino. La sua voce toccante fe’ tanto piacere al califfo, che manifestolle la propria soddisiazione coi più lusinghieri complimenti.
«La principessa, cogliendo il momento favorevole, gli disse: Un gran re non avere che la sua parola, e che il giudizio una volta pronunciato diveniva irrevocabile. Avendo quindi ordinato a Naam ed a Naama d’alzarsi: — Sovrano commendatore dei credenti,» disse al fratello, «voi vi vedete davanti i due sventurati di cui compiangeste il destino: Naam è la giovane schiava che Hegiage-Ebn-Joussef rapiva allo sposo per mandarvela. Vi ha ingannato colla sua lettera, annunziandovi di averla comprata per diecimila pezze d’oro. Naama, che vedete davanti a voi travestito da schiava, è veramente il suo padrone e sposo. In nome dei vostri gloriosi avi, oserò io pregarvi, o sire, d’aver compassione della loro gioventù, e perdonar loro la colpa commessa? troverete nel vo-