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dama,» rispose Naam, «fu questo amore la musa del languore nel quale sono caduta.» La principessa invitò quindi Naam suonare la chitarra, e glie ne fece portar una. La fanciulla, dopo averla accordata, preludiò un momento, e poi cantò, accompagnandosi, alcuni versi nei quali manifestava alla signora la riconoscenza ond’era penetrata per la sua bontà. Diede poi la chitarra a Naama, che, dopo aver cantati altri versi sul medesimo soggetto, la presentò alla principessa. Questa non fece difficoltà a prendere in strumento, e cantò anch’ella pochi versi sulla felicità dei veri amanti.
«Mentre accadeva quella scena, Abdalmalek-Ebn-Meroan entrò d’improvviso nell’appartamento della sorella; i due amanti tosto levatisi, si prosternarono ai piedi del califfo, che li fece rialzare con bontà. I suoi sguardi si volsero con compiacenza su Naam, ed avendo veduta la chitarra a lei vicina, si congratulò seco della felice sua guarigione; volti quindi gli occhi su Naama travestito, chiese alla sorella chi fosse la giovane schiava che vedeva seduta vicino a Naam.
«— Sovrano commendatore dei credenti,» rispose la principessa, «è una giovanetta che passò i suoi primi anni vicino alla vostra favorita, e senza la quale la vita le è insopportabile.
«— In verità,» disse il califfo, «questa schiava è amabile e bella come Naam; domani le farò preparare un appartamento vicino a quello della sua compagna, e le manderò gli abbigliamenti che potranno piacerle, in considerazione dell’amicizia di Naam per lei. —
«La principessa fece tosto portare i rinfreschi al fratello, il quale erasi seduto; egli prese qualche cosa, e pregò Naam di suonare la chitarra. Obbedì essa, e cantò le lodi del califfo. Questo principe molto si compiacque all’udirla, e quand’ebbe finito, la ringraziò