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«Leggendo que’ versi, gli occhi del giovane bagnaronsi di lagrime. La donna se ne accorse, e ne dimostrò la propria sorpresa al medico.

«— E come non piangerebbe?» rispose questi; «quella giovane è sua schiava, ed egli l’ama appassionatamente; io devo confessarvi la verità, o signora; questo giovane non è mio figlio, ma di Rabia, della città di Kufa. La lettera da lui scritta a Naam ha potuto sola restituire la salute alla giovane, la quale non aveva altra malattia che il dolore di vedersi disgiunta dal suo caro padrone. Prendete, signora, queste mille pezze d’oro, e contate su d’una ricompensa più generosa, se il vostro cuore si lascia impietosire per questi sventurati amanti: voi siete l’unica persona che possa accomodare codest’affare. Tutto in voi speriamo. —

«La vecchia, un po’ sorpresa, ma ancor più lusingata da quella confidenza, domandò a Naama se fosse infatti il padrone della schiava. Questi avendolo affermato, essa gli confessò che Naam non cessava di parlare di lui. Egli le narrò tutte le sue avventure: la donna ne fu vivamente commossa, ed assicuratolo che avrebbe cercato di riunirli, rimontò subito sulla mula, e tornò al palazzo.

«Entrando nell’appartamento della giovane schiava, la vecchia la guardò sorridendo, e le disse: — Vi conviene affliggervi così ed ammalarvi per Naama, figlio di Rabia, della città di Kufa? — Gran Dio!» sclamò Naam; «tutto è scoperto! — Rassicuratevi,» aggiunse la vecchia, «io non abuserò del segreto che mi fu confidato; voglio rendervi felici ambedue ed esporrò la vita per riuscirvi. —

«La donna tornò poco dopo da Naama. — Ho veduta teste,» gli disse, «la vostra schiava; l’amore che vi porta è, pari a quello che nutrite per lei, e la passione pel califfo, alla quale essa è insensibile,