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benefizi e favori suoi, io non posso temere ormai alcun pericolo; egli è la mia spada ed il mio scudo; ei solo forma la mia felicità: che m’importa del resto degli uomini? —

«Naama attestò vivamente alla sposa il piacere di udirla, e la pregò di continuare, accompagnandosi col tamburello. Essa riprese così:

«— Sì, lo giuro per la vita di colui che regna sull’anima mia, io ingannerò la speranza degli invidi della sua prosperità; sarò sempre sommossa alle volontà sue; mi rallegrarò sempre della felicità che ho di possederlo, ed il suo amore non uscirà giammai del mio cuore. —

«Naama, sempre più trasportata di gioia, non poteva trovare espressioni abbastanza forti per dipingere la sua letizia. Ogni giorno udiva la sposa cantare, accompagnandosi colla chitarra e col tamburello, ed ogni giorno la udiva con maggior piacere.

«Ma mentre questi giovani sposi passavano insieme giorni felici, Hegiage1, governatore di Kufa pel califfo Abdalmalek-Ebn-Meroan, avendo udito vantare i vezzi ed i talenti di Naam, concepì il progetto di rapirla e donarla al califfo. Credeva di fargli un presente tanto più gradito, essendo sicuro che il califfo non aveva nel proprio serraglio alcuna donna, la cui bellezza potesse paragonarsi a quella di Naam, e che cantasse sì bene quanto ella.

«Hegiage, per riuscire nel suo intento, fece venire una vecchia della quale aveva esperimentato molte volte, in simili occasioni, le destrezza ed abilità, e le ordinò d’introdursi nella casa di Rabia, di far conoscenza con Naam, e trovare qualche mezzo di rapirla; la vecchia promise di obbedire.

  1. Celebre capitano arabo, governatore, e per così dire padrone assoluto dell’Irak e di varie altre province, sotto il califfo Abdalmalek, il quinto della dinastia degli Ommiadi.