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«Trascorsi ch’ebbero i giovani sposi due giorni presso il rispettabile ministro del profeta, il roc riprese la via dell’isola Bianca, poi della Gialla, dove, per cura del vecchio ministro, cominciavansi a scorgere segni di prosperità.

«I due sposi finalmente trovaronsi alla piccola corte della dama da’ bei capelli e di Daliska: tutto vi respirava l’abbondanza: le due figlie del mare vi erano state condotte, ed attendevano con grand’impazienza il ritorno dell’eroe, al quale avevano sì cortesemente dedicati i loro servigi, e specialmente Ilzaide che, non avendo sin allora mai conosciuta la noia, maravigliava di trovarla dovunque, ad onta d’ogni sua cura per fuggirla.

«Habib e Dorrat Algoase, passati alcuni giorni presso i loro parenti, restituironsi a Medtnazilbalor conducendo seco Ilzaide e sua sorella per una strada d’onde i delfini non poterono seguirle.

«Tutto generalmente nella capitale degli stati di Dorrat Algoase avea preso l’aspetto della felicità, ed il ritorno dei sovrani vi pose il colmo: i due sposi, sempre innamorati, aggiunsero al proprio contento quello di studiarsi d’aprire nuove fonti di prosperità ai sudditi.

«L’avo Alatros, da parte sua, godendo del bene della sua famiglia, vedeva con piacere procedere verso il suo compimento il gran disegno da lui concepito. Ciascun giorno il rendeva testimonio dell’unione legittima di qualcuno de’ geni coi figli di Adamo, e li vedeva passare sotto la legge più utile per essi, benchè in apparenza con detrimento del loro potere.

«Tra non molto una delle figlie del mare sposerà un parente di Dorrat Algoase; si parla anche ad Ilzaide di maritarla. — Con chi?» risponde la giovinetta; «qui non v’hanno cavalieri; bisogna condurli in Arabia: sol di là ce ne vengono. — Mia