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gata dalla forza.» Poi, volgendosi ad Habib: «Valoroso emiro,» soggiunse, «chi ha abbattuto il cedro degnerà di stendere i suoi colpi al più debole ramo dell’albero da lui atterrato?» In pari tempo scende dall’hetnacka, assistita dagli scudieri, e viene a prendere la mano ad Habib, così favellandogli: — Principe, voi vedete una donna desolata e fiduciosa nelle vostre virtù, che viene ad arrendersi a discrezione.» L’eroe l’accoglie con dimostrazioni di rispetto. — Non mai, o madama,» le risponde, «il figlio di Selama imparò dal magnanimo suo padre ad abusare della sventura d’una donna: io vi restituisco i beni ed il nome vostro, ed ho fiducia d’essere applaudito. Siete libera, principessa, e sovrana su tutta la vostra tribù: fatta per governare questo popolo, sanatelo dalla sua inquietudine, illuminatelo intorno a’ suoi doveri, e mio padre, lo dico con orgoglio, virtuoso musulmano, non aspira se non a formare la felicità de’ suoi sudditi, di quelli eziandio che sonosi per acciecamento contro lui ribellati.
«Assistetemi, madama, a frenare il disordine che qui veggo: esso favorirebbe il saccheggio ch’io voglio impedire; comandate alla vostra guardia, mentre vi servirò io stesso, di richiamare intorno a voi i vostri guerrieri, e sin le donne che lo spavento induce ad allontanarsi; comandate da padrona, e le vostre tende riprendano il loro lustro e la dignità, con tutti quegli ornamenti de’ quali si affrettarono a spogliarle.»