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io concedessi qualche cosa alla fortuna, vi crederei fallo per isforzarla a pendere in vostro favore; ma molto attribuisco agli astri. I maligni loro influssi avevano oppressa la tribù de’ Benou-Helal; essa e tutte quelle che l’erano sottomesse vi furono come abbandonate, e voi vinceste. Or calcolate gli eventi felici, contenenti alcun che di prodigioso, testè accaduti in favore de’ vostri avversari, e pensate ai mezzi di assicurare colla sorte vostra quella della tribù di Kleb, della quale voi solo fate la vera forza, senza compromettere la vostra gloria.
«— Ci penserò, o sorella,» rispose Zir, «allorchè avrò vinto Selama; la sua gloria m’indispettisce più della sua potenza, avendolo veduto atterrato, ed or rinascente dalle sue ceneri. Alleva un figlio per mettere, se è possibile, un ostacolo di più all’estendersi della mia fama. L’Arabia intera diventa troppo angusta per me; vedete s’io possa sopportare l’idea di due rivali: sorella, i vostri astri prendino il partito che vorranno, ma se mi sono avversi, li farò impallidire di tema pei campioni che m’avranno profferito.—
«Mentre Yemana e suo fratello così favellavano, l’emiro Selama, alla testa de’ vassalli, inoltrava verso le tende della tribù di Kleb, distanti tre leghe dalle proprie. In un attimo fu superato quello spazio; Zir, avvertito dell’assalto, ha fatti uscire i suoi guerrieri in numero eguale all’incirca, ed i due eserciti si trovano già quasi a tiro d’arco. Zir, facile a riconoscersi dalla gigantesca statura, fa caracollare orgogliosamente il cavallo davanti a’ suoi squadroni. Selama vuol avanzarsi per isfidarlo e combatterlo. — No, padre, no,» grida il giovane guerriero; «il cielo, conservandomi, e rimandandomi a voi, mi ha commesso la cura della vostra vendetta. — Siete troppo giovane, o Habib,» risponde il tenero padre;