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una fermezza ed un’autorità, cui non attendevansi dallo stato d’abbattimento, nel quale lo supponevano; l’assemblea ne resta stupefatta; alcuni sguardi chinansi verso terra, ma un voto unanime, in apparenza, dichiara che il delitto orribile del quale il cielo grida vendetta, dev’essere punito sul momento a costo della vita di chi verrà convinto di averlo commesso.
«— Ci vogliono prove,» disse l’emiro alzandosi, e facendo uscire Habib dal di dietro d’una cortina che lo teneva celato; «comparite, figlio mio, venite a convincere diciannove cavalieri qui presenti, della falsità de’ rapporti che fecero sulla vostra morte, a me ed a tutta la tribù.» Poi, volgendosi ai colpevoli: «Vili e crudeli impostori, oserete negare che, scelti a preferenza e da me incaricati di custodire e difendere il principe, trascorrendo dalla pusillanimità al delitto, risolveste di abbandonarlo per mettervi al sicuro dalla vergogna della nostra vendetta, lasciandolo, dopo averlo privo d’ogni specie di soccorso, mentre stava immerso nel sonno, togliendogli persino le armi, ed abbandonandolo d’improvviso al furore degli elementi ed alla rabbia delle belve feroci? —
«Habib si presenta, i colpevoli restano come percossi dal fulmine, e Selama così continua a favellare: — Cavalieri della tribù di Benou-Helal, il giudizio e la punizione di questi rei vi riguardano. A voi tocca vendicare i figli di Maometto su coloro che portarono il disonore nel cuore della sua favorita tribù, attirando i flagelli del cielo su di lei e su tutte le altre. —
«Una sola parola non proferirono i colpevoli. Sul momento circondati e legati, si strappano loro a pezzo a pezzo le armature; i carnefici se ne impadroniscono, e condottili fuor del campo, la sciabola ne fa volare le teste: i corpi loro sono lasciati pasto alle bestie feroci.