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scendere dal roc, stringe teneramente la mano ad Habib, dimostra al principe Daliska ed alla sua consorte il contento che prova di rivederli, e li fa entrare nell’interno dell’abitazione, e sedere ad una mensa già per loro imbandita.

«Il roc, nato sul Caucaso istesso, non si trova straniero nel sito dov’è. In breve Alabus ha udito gli avvenimenti più importanti della felice spedizione del giovane suo allievo contro gli spiriti ribelli. Già ne sapeva la massima parte, poichè da qualche tempo le porte delle caverne, situate, dalla parte del mare, non avevano cessato di aprirsi onde ricevere i prigionieri mandati in nome di Habib. Il reo Abarikaf e tutti i capi sollevati erano del numero. Allorchè ebbe udito dagli ospiti quanto gl’interessava di sapere, e ch’ebbe goduto seco loro delle dolcezze dell’amicizia e della reciproca confidenza; dopo aver condotto Dorrat Algoase e la dama dai bei capelli in un luogo appositamente disposto per riceverle, presi in disparte Habib e Daliska, così volse al primo la parola: — Mio caro allievo, poichè d’or innanzi mi onorerò del nome di vostro aio, voi avete sin qui adempiuto ai vostri nobili e gloriosi destini: più non vi resta che soddisfare ai sentimenti ed ai doveri della natura. C’è una parte della vostra storia assai dolorosa, che pur bisogna palesarvi.» Habib mostra maraviglia ed inquietudine. «Continuate,» soggiunse il genio, «a dimostrarvi degno di Dorrat Algoase, del gran Selama vostro padre, delle grazie del cielo e della protezione particolare del profeta Salomone; armate il vostro animo di nuovo coraggio, e fortificatelo contro l’eccesso della sensibilità. Non v’ha se non chi sopporta coraggiosamente i mali, che possa affrontarli e superarli.—

«Dopo tale preambolo, Alabus istruì l’allievo del rapporto fatto dai venti cavalieri al loro ritorno a