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alquanto, e ne uscì un gemito di tremenda natura; la dama dai bei capelli riconobbe la voce, e fremette.
«Habib ripigliò di tal guisa: — Genio ribelle, io non conosceva tutti i tuoi delitti, e prima che li mandi ad espiarli nelle caverne del Caucaso, devi umiliarti agli occhi d’una regina che hai sì vilmente oltraggiata. —
«Dopo tal discorso al genio, il cavaliere, fermatosi, si volge alla regina, e: — Madama, quest’empio voleva servirsi de’ vostri capelli per legare ed assoggettare gli esseri spirituali: bisogna punirlo della sua ambizione e degl’insensati suoi desideri con ciò che n’era per lui il mezzo al par dell’oggetto.» Habib batte di nuovo la roccia, ed alza la voce. — Avrai tre di quei capelli che desiderasti, sciagurato colpevole! sono tre nodi di ferro che ti terranno pel collo, per le mani e pei piedi.» Poi, gettando i tre capelli in aria, pronunzia con accento di voce più grave e forte: — Nobili creature di Dio, spiriti conservatori degli elementi, servitori del gran Maometto, ed amici di Salomone, incatenate il reo, gettatelo appiè di colei che ha offeso, e portatelo nelle prigioni del Caucaso.
— «Si udirono orribili grida, le rocce spalancaronsi, e Nisabie, carico di ferri, comparve un istante, colla fronte umiliata a terra, davanti alla dama dai bei capelli, e subito la visione scomparve. Per tutto il tempo che l’orrido genio rimase esposto alla vista, Ilzaide si tenne celata dietro al cavaliere. La dama dai bei capelli non potè guarentirsi da un moto di orrore; Habib se le rivolse. — Rassicuratevi, madama; voi vedete che la vostra chioma è un tesoro prezioso: i vostri capelli vi libereranno questa sera dai numerosi nimici che infettano coll’impuro alito le carceri della vostra fortezza, e di quelli ancora