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STORIA
DELLA DAMA DAI BEI CAPELLI
«— Mio padre teneva la corona dell’isola Verde e di quella Azzurra dalla bontà di suo fratello, padre di Dorrai Algoase, mediante un omaggio ed un annuo tributo. Io fui, al par di mia cugina, l’unico frutto del matrimonio del principe con una figlia della stirpe de’ geni. Alatros, padre di mia zia Cantar Atzeman, aveva formato il disegno di stabilire in codesta regione tutti i geni a Salomone sommessi, de’ quali questo profeta avevalo costituito capo, e per prevenirne l’incostanza e le ricadute, d’impegnarli tutti a sposarsi co’ figliuoli d’Adamo. Parecchi dì loro vi si rifiutarono; tra gli altri Abarikaf, Mokilras e la sua famiglia, e Nisabic, adducendo vari pretesti, ma il vero era la ribellione già loro sorta nel cuore, col desiderio di farla scoppiare quando potessero ripromettersi di riuscire a diventar potenti. Io perdetti gli autori de’ miei giorni quasi nel medesimo tempo di mia cugina Dorrat Algoase, talchè mi vidi regina sotto la tutela d’un vecchio visir scelto da mio padre. L’insolente Nisabic, uno de’ favoriti di Abarikaf, era innamorato, non di me, ma de’ miei capelli. Del continuo occupato in incantesimi e pronostici, vivea convinto che, se potesse sposarmi, soggiogherebbe al suo potere altrettanti geni quanti io aveva capelli, i quali doveano servire a legarli, talchè ogni operazione me ne sarebbe costato uno. Conobbi il fondo della stravaganza del suo pensiero, perchè ebbe l’audacia di palesar-