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suo latte; empitene una conca, turandone prima la bocca ed il fondo con erbe aromatiche. Penetrate nelle cavità della montagna; troverete, in luoghi nascosti, fiori o frutta; scegliete ciò che vi parrà più grato al gusto, alla vista ed all’odorato; mia sorella ed io penseremo al resto; avremo abbastanza da fare per presentargli una colazione tanto perfetta quanto procurar la si possa in questi deserti. —

«Appena Ilzaide è partita, la maggior sorella spiega all’altra il suo disegno. — Conosco,» le disse, «vari rami di corallo in fondo al mare, due de’ quali formerebbero il carico d’un camello; andremo a prenderli; ne collocheremo qui quattro in quadrato, coprendoli di stoffa simile a quella onde siamo vestite; formeremo pure un padiglione; raccoglieremo poi musco di mare, che, dopo seccato, profumeremo e porremo per sofà; faremo con pietre una tavola, e coprendola d’un tessuto non tinto, la imbandiremo del miglior pesce di mare, cotto e seccato al sole; le uova, che ora andrò a cercare, le frutta ed il latte che deve portar nostra sorella, metteranno il suggello al banchetto.»

NOTTE CDLXXVI

— Appena un genio è fuor del suo elemento, ne diventa limitato il potere. Qui l’industria supplir deve alla possanza; all’abbondanza, l’ordine ed il buon gusto: il bisogno farà valere ogni cosa; la gratitudine metterà un pregio a tutto.

«Ecco Ilzaide di ritorno; eretto è il padiglione ed