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uscirà più chiara la verità. Raddoppiate il moto. — Sorella,» disse la seconda, «ecco che l’acqua si fa bianca: oh! quanto è tristo ciò che vi si vede! — Sono montagne, arene e deserti,» aggiunse la maggiore; «egli li ha attraversati senza compagni, poichè lo veggo solo. Ha da essere ben forte e coraggioso.... Agitate, agitate ancora l’acqua; perchè la strada che lo veggo prendere, non potè condurlo dove lo troviamo.... O cielo!» sclamò; «veggo le viscere della terra. Basta così, sorelle, perchè l’acqua, da quanto veggo, non ci svelerà nulla dei segreti del suo cuore; ma so un mezzo più naturale di sorprenderli: è, e voi ben lo sapete, del massimo nostro interesse il conoscerli; v’è noto che non possiamo essere liberate dai mali e dai tiranni nostri, se non per mano d’un amante più perfetto del nostro. — Certamente questo cavaliere, qualunque e’ sia,» riprese vivamente Ilzaide, «esser non potrebbe nostro amante, se non l’abbiamo mai veduto. — Ma quando aprirà gli occhi,» ripigliò l’altra, «bisognerà bene ch’ei ci vegga: abbiate allora cura di chinare i vostri, sorella; voi ci avete una malia più potente della nostra, e se finisse coll’amarvi, ogni speranza sarebbe perduta. — Sorella, amerà voi piuttosto,» rispose Ilzaide. — Salomone ce ne preservi!» soggiunse la prima; «ma mi pare di esserci troppo esposte: nondimeno, siccome, per aver diritto a’ suoi servigi, acquistar ne dobbiamo la grazia, occupiamoci in ciò che per tal fine dobbiamo fare.

«Primieramente, veggo che qui egli manca di tutto: la riva sulla quale si trova non gli ha somministrato che alcune piante marine e conchiglie che mangiò crude; prepariamogli, per quando si desti, un pasto qual somministrare lo possono i nostri contorni. Andate, Ilzaide; voi siete più agile della capra che balza di rupe in rupe: costringetela a darvi del