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volto dalla parte da cui era scomparsa, e non potè trattenersi dal versare un torrente di lagrime.

«Frattanto Selama e la sua sposa, inquieti di non vedere il figliuolo, lo cercavano da ogni parte. Essendo entrati nel giardino, ne udirono da lungi i gemiti, e lo trovarono bagnato di lagrime e quasi fuor dei sensi. Gli fecero odorare acqua di rose, prodigandogli le più tenere cure. Appena schiuse gli occhi, ricominciò a piangere. I suoi genitori fecero altrettanto da principio; gli chiesero indi qual disgrazia gli fosse accaduta, e perchè versasse quelle lagrime.

«Il principe raccontò loro ingenuamente la sua avventura con Dorràt Algoase. Essi ne furono maravigliatissimi, ricordaronsi tosto la predizione del genio che avea preso cura della sua infanzia, e pensarono che i pericoli dai quali il prìncipe era stato minacciato non fossero se non quelli ai quali dovea esporlo la conquista di Dorrat Algoase. Cercarono adunque distoglierlo dall’impresa. — Dimentica,» gli disse il padre, «ciò che vedesti, e rinuncia ad un temerario amore, che può essere cagione della tua perdita.

«— La morte sola,» rispose il prìncipe coll’accento più appassionato, «può farmivi rinunciare; ella sarebbe meno spaventevole per me che il dolore di vedermi separato dalla mia sposa. D’or innanzi non voglio vivere che per cercarla, e non posso strapparmi dai luoghi ov’ebbi la felicità di contemplarla, che per volare verso quelli da lei abitati. — «L’emiro riconobbe che bisognava lusingare la passione del figlio, e gli promise di mandare da ogni parte guerrieri valorosi e sperimentati, per iscoprire in qual paese regnasse la bella Dorrat Algoase.

«— A me solo,» rispose il principe, «è riserbato di cercare la mia amante, e sostenere i combattimenti e le prove che devono rendermi degno d’ottenerne la